Il murale o muralismo, se inteso come movimento artistico, nasce in Messico nel 1910 in seguito alla rivoluzione messicana e si diffonde ben presto come forma di protesta.
Attraverso tecniche molto semplici e deteriorabili, i murales sono destinati a scomparire e a lasciare solo un ricordo nell’immaginario collettivo. I così chiamati muri che parlano sono frammenti di memoria che raffigurano sia le lotte politiche e sociali come le piccole conquiste e vittorie.
Oggi, invece, i murales valorizzano e arredano lo spazio urbano, sono diventati parte integrante della vita delle persone e mantengono inalterato nel tempo il loro valore simbolico, di identificazione culturale e sociale. Un’arte collettiva che quotidianamente subisce e influenza allo stesso modo il giudizio dei fruitori, fino a che il tempo non deciderà di cancellarli.
Viaggiando, camminando per le strade e tra la gente, ammirando i colori pieni di vita dei murales è difficile non portare a casa un’emozione, un ricordo di quel luogo. Di immortalarlo trasportandolo sulla tela e di dargli, forse, un nuovo significato.
Nelle fantasmagoriche opere in acrilico e tecnica mista, l’artista usa vecchie tende, federe e lenzuola imprimendo loro una modernità di pittura creando un immaginario ponte fra il passato e il presente… L’artista si distingue per il suo anticonformismo e per la particolare scelta dei soggetti che ci fanno immergere in un mondo fantastico dove ritrovare aspirazioni e sogni.
Vera Meneguzzo
Articolo “Gli artisti mettono all’asta i loro lavori per il monumento a Dall’Oca Bianca”, L’Arena, Venerdì 19 Maggio 2017, p. 56.